Il kimchi allunga davvero la vita?
Secondo uno studio dell’Imperial College di Londra, il popolo coreano è sulla buona strada per diventare uno dei più longevi della terra: nel 2030 le donne vivranno in media 91 anni, e gli uomini 84 (più inclini alle cattive abitudini, come alcol e fumo). Il fatto che ogni coreano, ricco o povero che sia, mangi il Kimchi almeno una volta al giorno, non è una coincidenza: è scientificamente provato che questa ricetta millenaria aiuta chi la consuma a vivere meglio e, soprattutto, più a lungo!
Tra storia e cultura:
Il Kimchi ha quasi 3000 anni, le prime testimonianze scritte che lo menzionano risalgono al periodo avanti Cristo.
All’inizio era costituito solo da verdure conservate in salamoia: l’unico modo per la popolazione dell’epoca di mangiare verdure anche durante i mesi invernali. Di solito il cavolo cinese (molto diffuso in Corea) veniva raccolto a Novembre e poi lasciato a fermentare in acqua e sale in grosse giare di terracotta, che venivano sepolte sotto terra. Verso il XII secolo la ricetta venne arricchita con spezie ed altri ingredienti. Il colore rossastro tendente all’arancio con cui siamo abituati a vederlo oggi, è invece dato dal peperoncino rosso, che cominciò ad essere usato soltanto dal XVII secolo, in quanto prima era sconosciuto ai Coreani. I coreani amano questo tipo di cibo fermentato e ne vanno molto fieri. Il processo con cui viene preparato, che prende il nome di gimjang (김장), dal 2013 è diventato parte dell’UNESCO. Questa pietanza ha avuto inoltre un grosso impatto anche sulle aziende del paese. Da qualche anno nelle case coreane è possibile trovare il frigorifero per il kimchi ,il quale è stato creato per rendere la temperatura e la circolazione dell’aria ancora più adatti alla fermentazione di questo alimento.
Curiosità: Oltre ad apparire molto spesso nei Drama e nei film, nel 2008 quando uscì il film coreano western “Il buono, il matto, il cattivo” di Kim Jee-woon, quest’opera fu definita dagli studiosi del settore come “kimchi-western” per associarlo alla Corea, come accadeva per le opere italiane del passato dello stesso genere, le quali venivano definite “spaghetti-western”.
Il museo del Kimchi
Il Kimchi è talmente radicato nella tradizione e nella cultura coreana, che gli è stato dedicato un’ intero spazio espositivo. Il museo si trova all’interno del centro commerciale COEX, a Seul, ed illustra le origini e la storia del kimchi attraverso tutta una serie di testimonianze, che vanno dai libri antichi ai dipinti, passando per gli utensili tradizionali utilizzati per prepararlo. In una grande sala sono addirittura esposte tutte le 187 varietà di preparazioni esistenti. Come se non bastasse, a dimostrazione che in Corea il kimchi è un vero e proprio “fatto culturale”, il museo organizza ogni anno una festival ed una fiera ad esso dedicati.
Dopo tutte queste curiosità non è venuta anche a voi la voglia di assaggiarlo?! Secondo me varrebbe davvero la pena provarlo, e se poi non dovesse piacervi…almeno ha fatto bene alla vostra salute!
A cura di Sara Policastro