Quante volte ci è capitato di dire, magari parlando con degli amici, che quella persona era “la persona giusta al momento sbagliato“? E quante volte ci siamo svegliati nel bel mezzo della notte e ci siamo chiesti come sarebbe andata se le cose avessero preso un’altra piega, se avessimo risposto in un altro modo, se avessimo preso una scelta diversa?
Tutte queste domande, tutti quegli interrogativi che, almeno una volta, ci hanno fatto perdere il sonno e la pazienza e ci hanno garantito solo tante arrabbiature e rimproveri da parte dei nostri amici più cari, stanchi delle nostre lamentele, li troviamo racchiusi in una pellicola da 2 ore e 2 minuti. Di che film parliamo?
Niente poco di meno che “Tune in for love“, k-movie romantico/drammatico del 2019 frutto dell’estro creativo di Jung Ji-woo, regista coreano, disponibile sulla piattaforma Netflix.
Di che tratta il film?
Non è la classica storia d’amore, è più travagliata del previsto (niente al quale la visione di tanti k-drama non ci abbia preparato) e, forse, proprio per questo, è ancor più particolare perché la rende estremamente reale e realistica, lasciando che gli utenti siano veri e propri spettatori degli struggimenti d’amore dei due protagonisti: ambientata negli anni ’90, nel bel mezzo della crisi finanziaria asiatica del 1997, narra le vicende di Mi-soo (Kim Go-eun) e Hyun-woo (Jung Hae-in), due giovani ragazzi le cui strade si incroceranno all’improvviso, “come un miracolo“, e da quel momento non smetteranno d’intrecciarsi, di allontanarsi, ritrovarsi e pensare di perdersi per sempre.
Galeotto l’annuncio di un nuovo presentatore radio, Mi-soo e Hyun-woo inizieranno così la loro stramba storia, fatta di occasioni perse, di mani ritrovate nel buio della notte, di telefonate mancate e di spiegazioni troppo complesse da dare: per il pubblico, così come per i nostri giovani, sarà una montagna russa di emozioni, con momenti estremamente sentimentali e altri nei quali la fiducia nell’amore e nel destino vacillerà tremendamente.
Nota dell’autrice: se il vostro cuore si scioglie come burro fuso (“smooth like butter” chi?) alla sola vista di video di gattini e cagnolini che dormono in posizioni carine, preparate un-… due pacchi di fazzoletti.
Sarà un massacro per le vostre emozioni.
Esattamente, andrà così: siete stati avvertiti!
Tornando al nostro film, come tutte le favole che si rispettino, abbiamo anche altri personaggi che bazzicano nella scena, a partire dalla “zia” di Mi-soo, Eun-ja, con la quale gestisce una piccola panetteria di quartiere e che svolgerà il ruolo di aiutante nella turbolenta storia d’amore che farà sempre in modo di non far perdere d’animo i due protagonisti: altri personaggi molto interessanti sono Jong-woo, il capo di Mi-soo, che rivestirà il ruolo dell’antagonista o, se vogliamo chiamarlo con termini a noi più noti, “second-lead“, oppure gli stessi amici di Hyun-woo che fungeranno da spettro del passato, interferendo di tanto in tanto con il placido scorrere dell’affetto tra i due giovani.
Questo film ci pone un quesito fondamentale: l’amore può davvero superare qualunque difficoltà?
La risposta spontanea, entro i limiti del masochismo, è e sarà sempre sì, ma questo film metterà alla prova anche la nostra pazienza e, alla fine, porterà l’audience tutta a chiedersi se e cosa avrebbero fatto nei panni dei due protagonisti: avrebbero atteso? Sarebbero andati avanti?
Ma, soprattutto, “l’amor che move il sole e l’altre stelle“, quell’amore dantesco tanto bramato, esiste veramente? Ed è sufficiente per poter affrontare qualunque intemperia?
Perché quello di cui parliamo in questo caso, e quello che ci vuole mostrare il regista, è proprio questo, cioè quelle situazioni nelle quali, nonostante l’amore ci sia, sia lì, presente e vivo, la vita ci metta davanti a tante di quelle difficoltà per le quali, alla fine, la cosa meno dolorosa sarà mollare la presa e andare avanti, consapevoli del fatto che sarà difficile ripartire da zero.
Questo ce lo fa capire molto bene una scena in particolare: siamo verso la fine del film e la storia sembra andare avanti con il suo classico “prendi e lascia” costante al quale lo spettatore si è ormai abituato (e che talvolta potrebbe anche risultare un po’ noioso), quando all’improvviso abbiamo un rocambolesco cambio di scena e di ritmo della pellicola, che obbligherà tutti a rimanere con il fiato sospeso, attendendo le sorti dei nostri amati e amanti.
Questione molto interessante è, inoltre, l’aspetto della “fisicità“, infatti in tutto il film non sono pochi i momenti in cui i protagonisti si scambiano gesti d’affetto e abbiamo anche l’abbozzo di una scena di sesso: che finalmente i coreani si stiano lasciando andare e stiano sciogliendo tanti tabù legati al sesso che per anni li hanno ingabbiati nel nome di una morale e di un’etica che non combaciano più con il mondo attuale?
Complessivamente, per tirare le somme di questa – speriamo – interessante analisi, è un film molto valido, coinvolgente e che lascia qualche interrogativo sul quale riflettere: non ci sono particolari limiti d’età, le tematiche trattate vanno bene per un pubblico misto, anche se sicuramente potrà essere maggiormente apprezzato da chi si trova già ad aver passato almeno la metà della propria adolescenza, non tanto per la complessità degli argomenti ma proprio perché presuppone l’aver già vissuto certe sensazioni che, altrimenti, sarebbero difficili da figurare.
Che voi possiate sempre trovare, almeno una volta nella vita, qualcuno per cui valga la pena attendere e lottare, consapevoli del fatto che anche l’altro farà altrettanto per voi.
“다시 보고 싶은그사람.“