In un’era tecnologica in cui applicazioni come Instragram, Snapchat e TikTok, rendono la presentazione del profilo social il proprio biglietto da visita, è diventato estremamente importante risultare la copia più perfetta possibile di sé stessi agli occhi di datori di lavoro, amici e potenziali fan. Con uno sguardo sempre più autocritico perfezionato per mezzo degli ormai immancabili selfie, i filtri applicati alle foto non risultano più sufficienti e sono molte le persone che decidono di chiedere un aiuto concreto a delle cliniche specializzate.
Questo fenomeno è diventato un vero e proprio problema in Corea del Sud, quasi a rasentarne l’ossessione. Curioso ed interessante è il fatto che, secondo le tradizioni confuciane, l’alterazione dei propri attributi fisici sia stato per secoli considerato oltraggioso nei confronti dei propri antenati e si credeva che avrebbe potuto causare condizioni avverse sia nella propria persona che per la propria discendenza, tanto che persino la cremazione e la donazione di organi e sangue venivano proibite.
Queste antiche credenze non hanno però impedito alla penisola coreana di divenire uno dei Paesi più famosi al mondo in fatto di chirurgia plastica. Anzi, probabilmente è proprio l’influenza del confucianesimo, che da sempre sprona il popolo coreano ad eccellere dal punto di vista scolastico e lavorativo, ad aver spinto i coreani a competere in maniera estremamente feroce da rendere la chirurgia plastica un’ulteriore arma per impressionare gli altri, rendendo così l’apparenza un sinonimo di potere.
La Corea del Sud è infatti nota per avere il tasso di procedure cosmetiche rispetto alla sua popolazione più alto al mondo, coinvolgendo in particolare la fascia dei ventenni, principalmente di sesso femminile, sebbene nell’ultimo ventennio si sia sviluppato un acuto interesse verso chirurgia e make-up anche da parte degli uomini.
Differenze tra chirurgia coreana e chirurgia orientale
Vi sono due particolari differenze che caratterizzano la chirurgia plastica coreana rispetto a quella occidentale:
- innanzitutto, in lingua coreana chirurgia estetica si dice Seonghyeong Susul (성형수술), che letteralmente significa chirurgia della “trasformazione”, facendo intendere che sottoporsi a chirurgia plastica in Corea implica passare attraverso una “rinascita ad una nuova vita”.
- In secondo luogo, la chirurgia estetica in Corea viene eseguita principalmente per rimodellare l’aspetto dei pazienti secondo i canoni di bellezza accettati dalla società coreana, e non per migliorare la struttura facciale originale. Questi standard di bellezza comunemente accettati sono occhi con la doppia palpebra, mento con la forma a V, occhi grandi, naso alto, e particolari borse sotto gli occhi, chiamate 애교살 aegyosal, per risultare più graziosi. Tutte queste caratteristiche sono il risultato di un mix di tratti caucasici e asiatici che vanno a creare un volto innocente, infantile e dallo sguardo sorridente.
Come si è sviluppato questo fenonemo?
Tra le testimonianze riportate nello show “Let Me In”, emerge che le ragioni principali per cui le giovani donne si sottopongono a pratiche di chirurgia plastica sono trovare un compagno di vita ed entrare nel mercato del lavoro. Non solo, viene spesso menzionato come queste persone socialmente stigmatizzate siano finalmente state trattate con gentilezza e rispetto da chi le circonda solo per aver reso i loro tratti somatici più piacevoli alla vista, garantendo loro anche il successo nella vita amorosa e lavorativa.
Ma vediamo insieme le cause storiche, economiche e culturali che hanno portato la Corea a fare della chirurgia plastica un marchio.
- Nazionalismo antigiapponese
Lo spietato colonialismo giapponese subìto dalla Corea tra il 1910 e il 1945 ha portato il popolo coreano a provare ostilità nei confronti dei giapponesi e, di conseguenza, a volersi distinguere da loro il più possibile.
La double eyelid surgery (chirurgia per avere la doppia palpebra), ossia la procedura più richiesta in Corea del Sud, mostra proprio il tenace sforzo di dissociarsi come popolo dallo stereotipo della tipica immagine asiatica che viene protratta nel resto del mondo.
2. Crisi Fondo Monetario Internazionale
La crisi del FMI avvenuta nel 1997 nel continente asiatico ha trascinato la Corea in un momento buio caratterizzato da interessi spropositati, crisi monetaria, debiti smisurati, bancarotta e licenziamenti di massa. Il mondo del lavoro è quindi diventato ancora più competitivo, spronando così i candidati a trovare sempre più espedienti validi per arrivare al primo posto in una gara tra candidati con le stesse capacità e competenze. La soluzione che più ha prevalso in quel periodo è ricaduta proprio sull’aspetto esteriore, dal momento che in tutte le candidature veniva richiesto di allegare una foto di sé stessi. Questo ci porta a capire come in Corea il fatto di giudicare una persona per le sue caratteristiche fisiche oltre alle competenze ed il talento sia diventato un giudizio quasi legittimo durante il processo di assunzione.
3. Un’operazione che ti cambia la vita
In Corea c’è questa convinzione che i tratti del viso possano rivelare l’indole e lo status sociale di una persona. Per questo motivo, la fisiognomica (lettura del viso) è diventata una pratica molto comune sviluppandosi di pari passo con la chirurgia estetica. Nel decennio passato non era insolito vedere gente che, più che per adattarsi a standard di bellezza ben precisi, si rivolgessero ad un medico perché convinti che quel cambiamento avrebbe portato loro fortuna in un futuro non troppo lontano. Non a caso, sia i chiromanti che le cliniche chirurgiche sono presenti ad ogni angolo, e questi due grandi fenomeni si sono mischiati a tal punto che in certi casi è lo stesso indovino a consigliare una modifica di determinati tratti del viso per scongiurare la malasorte.
4. Industria del k-pop
Il K-pop è sicuramente un fattore cruciale legato all’aumento del tasso di chirurgia plastica, dal momento che desta non solo nel pubblico ma anche nei cantanti stessi la necessità di raggiungere la perfezione data da dei canoni di bellezza quasi irraggiungibili. Oltre al talento nel canto e nella danza, è prerogativa molto importante mostrare un’immagine impeccabile e priva di difetti. Essendo gli idol molto amati e ammirati, scatta nelle persone il desiderio di diventare come loro e si convincono che per sentire quello stesso senso di approvazione abbiano bisogno di mostrarsi agli occhi degli altri perfetti tanto quanto gli idol.
Riscontri positivi
Turismo medico e aumento dei posti di lavoro
La reputazione della chirurgia estetica coreana a basso costo ma di alta qualità ha cominciato a riscuotere particolare successo tra la popolazione cinese, giapponese, russa e americana dal 2009, quando il crollo della valuta coreana ha permesso alla domanda estera di crescere fino al 30% e il governo metropolitano di Seoul ha quindi lanciato il Tourism Promotion Act con l’obiettivo di attrarre più turisti sanitari stranieri in Corea. Così, nel giro di 10 anni i turisti sanitari sono aumentati del 720% e quelli per chirurgia plastica del 3.000%
La maggiore concentrazione di turisti sanitari per chirurgia plastica avviene nell’area di Gangnam. La canzone “Gangnam style”, che nel 2012 ha fatto il giro del mondo, raffigura infatti (in maniera ironica) l’immagine di chi abita questo quartiere, il quale ospita gli appartenenti alla fascia economica più alta della popolazione e che, oltre ad accogliere gli edifici dei maggiori brand di lusso, è casa di oltre 600 cliniche chirurgiche. Cuore della scena chirurgica è sicuramente Apgujeong, detta anche la “cintura della bellezza”, zona che ospita più di 300 cliniche chirurgiche in un’area di 2,53 chilometri quadrati insieme a numerose cliniche cosmetologiche, dermatologiche e di qualsiasi altro ambito legato alla sfera della bellezza. Nel 2019, infatti, il quartiere di Apgujeong-Gangnam ha attirato più della metà dei turisti sanitari interessati a ricevere operazioni di chirurgia plastica arrivati in Corea.
In questa ottica, sono accresciute le possibilità lavorative sia nel campo del cura e della bellezza che in quello del turismo, aumentando le richieste di traduttori, interpreti, trasporti, strutture high tech, ristorazione, assistenza al cliente e alloggi.
Riscontri negativi
Crisi di identità e pressione sociale
Il fatto di risvegliarsi da un’operazione con un volto diverso, significa anche non riconoscersi più quando ci si guarda allo specchio. Per qualcuno, come abbiamo visto, può essere un risvolto positivo ma, per altri, rischia di tramutarsi in un disturbo dissociativo che li porta a non essere più capaci di identificarsi in quella nuova immagine di sé. Inoltre, è diventata pratica oltremodo comune per gli studenti delle scuole medie desiderare un piccolo ritocco come regalo di diploma. Questo certo aiuta a normalizzare la chirurgia plastica, ma fomenta anche la costante ricerca di perfezione che porterà inevitabilmente a sentirsi sempre meno adeguati rispetto alle aspettative della società.