Articolo ad opera di Massimo Gaz
Siete appassionati di storia? In questo primo episodio alla scoperta della storia della Corea del Sud affronteremo i passaggi salienti che, dall’alba dei tempi sino al primo ‘900, hanno caratterizzato l’evoluzione di questo paese.
Occorre, innanzitutto, inquadrare i periodi che andremo ad analizzare ed ecco per voi un piccolo reminder per muoversi con maggiore tranquillità in questo appassionante viaggio nel tempo!
Tabella cronologica: |
600.000 a.C. – 8.000 a.C. : Paleolitico |
8.000 a.C. – 6.000 a.C. : Mesolitico |
6.000 a.C. – 600 a.C. : Neolitico |
600 a.C. – 300 a.C. : Età del bronzo |
300 a.C. – 300 d.C. : Età del ferro |
300 – 668 : Periodo dei 3 Regni (Silla, Paekche, Koguryo) |
668 – 935 : Periodo dei Silla unificato |
935 – 1392 : Periodo Koryo (da cui il paese prenderà il nome Corea) |
1392 – 1910 : Periodo Choson (Joseon) |
Paleolitico (600.000 a.C. – 8.000 a.C.)
Purtroppo abbiamo poche fonti e ritrovamenti archeologici per quanto riguarda il periodo più antico della Corea ma si può comunque affermare, che l’uomo fece la sua prima comparsa in Corea circa 600.000 anni fa. Cacciatore e raccoglitore, l’uomo paleolitico coreano, viveva da nomade, in
gruppi o bande, e trovava asilo nelle grotte e ripari provvisori, vicini all’acqua, fonte indispensabile per la sopravvivenza.
Proprio nelle grotte, sono stati ritrovati asce, punte e raschiatoi, insieme a ossa fossilizzate di animali.
Nel tardo paleolitico, abbiamo reperti archeologici, più numerosi. Una “industria” più raffinata, che comprende lame, microlame e le prime punte da lancio: non meno importanti anche le pietre, usate nella caccia, simili alle odierne “bolas” sudamericane.
Neolitico (6000 a.C. – 600 a.C.)
Mentre sul mesolitico, si sa poco e niente, sul neolitico, si hanno diversi reperti archeologici.
Troviamo una lavorazione della pietra più sofisticata e matura, grazie alla grande quantità di oggetti in ossidiana rinvenuti ma il prodotto più caratteristico del è senz’altro la ceramica con decorazione “a pettine”. Cos’è?
Si tratta di vasi dalla bocca ampia e dal fondo appuntito, decorati con incisioni a linee oblique parallele e si pensa che siano stati usati per conservare cibi.
I villaggi neolitici coreani erano costituiti da capanne seminterrate di forma circolare. Sono stati rinvenuti ami da pesca, punteruoli, arpioni e punte di freccia, in quantità notevole, insieme alla ceramica.
Si pensa che ci siano stati dei rapporti col Giappone, proprio per la somiglianza della ceramica a pettine coreana (pissalmunui togi), con la ceramica “Jomon” del Kyushu settentrionale.
Nel tardo neolitico, probabilmente iniziano a esserci anche contatti con la Cina nord orientale e Manciuria, provati dal fatto che vi è un nuova ceramica, diversa dalla solita “a pettine”: uno stile più rozzo, che sembra addirittura tornare indietro rispetto alle tecniche che si erano affinate col
tempo.
Proprio in questo periodo, tardo neolitico, si notano aspetti culturali diversi, tra nord e sud della Corea.
Età dei metalli: bronzo e ferro (600 a.C. – 300 d.C.)
La sempre maggior diffusione dell’agricoltura trasforma in contadini la maggior parte degli abitanti della penisola e una scoperta importantissima è quella del riso (molto probabilmente, grazie alla Cina).
La conoscenza dei metalli comincia direttamente col bronzo, senza passare a quelle fasi intermedie di lavorazione del rame e stagno e caratteristici sono i pugnali in bronzo, di forma slanciata, usati come corredi tombali.
Testimonianze archeologiche di questo periodo, sono i “dolmen”, monumenti funerari megalitici, molto usati per la sepoltura e nell’ultimo millennio a.C. si passa da culture di tipo tribale a una società di tipo centralizzato, quindi una figura che faceva a capo della popolazione che diventa meno nomade e più sedentaria.
Periodo dei 3 Regni (300 d.C. – 668 d.C.)
In questo periodo, la penisola coreana è divisa da 3 grandi Regni, Koguryo (il primo dei 3, a sorgere), Paekche e Silla: il più grande, quello di Koguryo, nella sua massima espansione, arriva a occupare tutta la parte centro/nord della Corea, arrivando fino a una parte dell’attuale Manciuria, nella parte meridionale invece, troviamo i piccoli stati di Paekche a occidente, e Silla a oriente.
Comincia, in questi anni un periodo contrassegnato da lotte, alleanze fra i vari regni, tradimenti e vendette: nonostante il predominio iniziale per molti anni da parte dei Koguryo, il regno di Silla piano piano acquista sempre più potere e grazie alla formidabile forza della classe d’élite militare dei Hwarang e all’alleanza con la Cina, riesce a prendere il controllo del Paese.
Periodo di Silla unificato (668 – 935)
Possiamo definire il periodo di Silla come quello di uno Stato che non seppe diventare nazione, infatti una volta compiuta l’impresa di unificazione del territorio, arrivarono non pochi problemi: perché?
Perché, per la prima volta, il Paese aveva bisogno che il potere fosse accentrato nelle mani di un unico sovrano che potesse governare tutto il territorio.
In più, oltre ai problemi interni, vi era la minaccia dei cinesi Tang che avevano aiutato i Silla nell’eroica impresa ma non senza un proprio scopo, infatti volevano avere un potere influente sulla penisola coreana e in questo periodo i Tang si stabilirono negli antichi territori di Paekche e Koguryo.
Un altro elemento di instabilità del Paese, oltre a quelli già presenti, fu in ambito religioso per il conflitto tra buddismo e confucianesimo: tutti questi problemi, portarono ben presto al disfacimento e la caduta di Silla.
Periodo Koryo (935 – 1392)
Può essere considerato il “medioevo coreano”: in questo periodo il re Wang Kon Taejo, nonostante le varie difficoltà date dalle continue lotte interne, riesce a consolidare il proprio potere e, grazie alle alleanze con varie famiglie e con matrimoni combinati, crea una importante catena di solidarietà reciproca e fedeltà al trono, gettando così le basi di una unificazione nazionale, che fino ad allora, sembrava impossibile realizzare.
Dopo la sua morte, una figura importantissima, è quella del re Kwangjong, persona diplomatica e all’occorrenza, anche spietata: questo viene definito il periodo d’oro della Corea, con una buona tranquillità interna e sufficiente sicurezza oltre i confini (nonostante le minacce dei Khitan e Jurchen, dalla Manciuria e in seguito, dei Mongoli).
Periodo Joseon (1392 – 1910)
Se il periodo Koryo lo abbiamo definito “il medioevo coreano”, il Joseon viene visto come il “Rinascimento”, un’epoca in cui domina in maniera preponderante il pensiero confuciano che rivaluta il ruolo dell’uomo in un universo migliorabile, attraverso lo studio e sviluppo delle scienze e lettere.
C’è il bisogno di ricominciare da 0, delegittimando il passato a causa di una identità culturale calpestata dai Mongoli e dagli errori delle ex famiglie reali (dinastia Wang), una totale rivoluzione quindi, volta a togliere ogni diritto di regnare, alla casata Wang di Koryo, a causa della loro corruzione, malvagità e di comportamenti ritenuti non idonei al bene del Paese.
Il potere passa dai Wang alla famiglia Yi e viene spostata la capitale da Kaesong a Hanyang, luogo in cui era sorta anni prima, la capitale di Paekche.
Il periodo Joseon viene ricordato soprattutto grazie al Re Sejong, figura importantissima per lo sviluppo della Corea nel quindicesimo secolo: è sicuramente il sovrano più amato e rispettato dai coreani e anche quello più conosciuto dagli occidentali.
In campo militare, affida al suo comandante il compito di attaccare le basi a Tsushima, isola nipponica, per risolvere l’annoso problema dell’invasione giapponese e, successivamente, riesce a consolidare i confini settentrionali del Paese per proteggersi dalle popolazioni della Manciuria (Mongoli, Jurchen e varie popolazioni anarchiche, definite dai coreani “Yain”, ossia barbari).
Ma la fama immortale di Re Sejong è sicuramente dovuta all’invenzione dell’alfabeto nazionale, inventato nel 1443 e promulgato nel 1446, l’“Hangul”, tant’è che l’arte del periodo Joseon si concentra soprattutto intorno alla pittura e calligrafia, anche se non bisogna però trascurare la ceramica e altre forme di altissimo artigianato, come i mobili intarsiati e i vasi.
Quest’epoca di relativa pace interna e di splendore è destinata a terminare il 22 agosto del 1910, giorno in cui viene firmato il trattato di annessione della Corea al Giappone, e iniziano così gli anni più duri e tragici per gli abitanti della penisola coreana, che si vedono perdere piano piano quell’indipendenza che avevano faticosamente costruito e mantenuto nei secoli.
Articolo ad opera di Massimo Gaz