In questo episodio di #Hipstory vediamo uno degli eventi contemporanei più struggenti che ha contribuito a segnare la storia della Corea e che, sicuramente, non verrà dimenticato.
Il tragico evento che ha portato alla mobilitazione dell’intera popolazione, ma anche del pubblico internazionale, lo vediamo grazie alla canzone “Yellow Ocean”: Il naufragio della nave Sewol avvenuto il 16 aprile 2014, dove 304 passeggeri hanno perso la vita e, la maggior parte di questi, frequentava il liceo Danwon.
Il brano è stato eseguito nell’episodio della seconda stagione di “Tribe of Hip Hop” dalla meravigliosa rapper e cantante Cheetah, insieme all’allora liceale Jang Sung Hwan (oggi conosciuto come rapper Cri De Joie) in occasione delle semifinali dello show.
L’esibizione comincia con le immagini strazianti dei reportage di quegli interminabili giorni di ricerca, in cui genitori, amici, compagni di scuola non facevano altro che sperare di rivedere i propri figli e coetanei tornare sorridenti a (ri)vivere, come sempre, accanto a loro.
Nella potente ed emozionante voce di Cheetah riecheggia l’impotenza che ha caratterizzato le vite di chi, inerme, non poteva far altro che attendere e sperare nelle azioni di salvataggio e ricerca, piangendo ogni singola vita persa a causa di una tragedia che si sarebbe potuta evitare.
밖에 누구 없어요?
Non c’è nessuno là fuori?
벽에다 치는 아우성 얼마나 갑갑했어요?
난 그 때만 생각하면 내 눈물이 앞을 가려
Quanto dev’essere stato soffocante urlare senza essere sentiti?
Solo al pensiero, vengo accecato dalle lacrime
Jang Sung Hwan inizia la sua commovente strofa con una domanda: “Non c’è nessuno là fuori?“, cercando anche soltanto di immaginare quanto possano essersi sentiti soli, abbandonati e privi di speranze quei coetanei che non hanno avuto la possibilità di rincorrere i loro sogni.
바다 보다 더 차가운 그들의 맘
La loro anima è più fredda dell’oceano
선배여야만 했던 아이들은 여전히 18살 친구로 머물러
수많은 사망자 미수습자 학생뿐 아닌
이들 자랑스러운 영웅들까지도 거기선 편안하길 바래요
Chi oggi sarebbe stato più grande di me avrà sempre 18 anni
Agli innumerevoli morti, dispersi, non solo studenti
E agli eroi di cui possiamo essere fieri: spero siate in pace
Il duo, immerso in luci gialle e blu mare, chiede perdono per le vite spezzate, promettendo di non dimenticare e non far mai dimenticare la data 4.16 (16 aprile) e augurandosi che la verità possa finalmente prevalere sulle questioni politiche. La canzone, infatti, durando esattamente 4 minuti e 16 secondi richiama in ogni suo minimo dettaglio la tragedia avvenuta in tale data.
Il ritornello della canzone assicura che le persone care, ma anche quelle indirettamente colpite dalla tragedia, non smetteranno mai di piangere le fragili vite perse, almeno fino a che l’oceano non sarà “coperto di nastri gialli”, un emblema che ormai simboleggia la speranza di chi si aggrappa alla remota possibilità che il drammatico accaduto fosse solo un terrificante e terribile incubo.
Yellow ribbons in the Ocean. 진실은 침몰하지 않을 거야
Fiocchi gialli nell’oceano, la verità non annegherà
Yellow ribbons in the Ocean. Ocean. Oh, shine
흐르는 세월 속 잊지 않을 세월, 호 우리의 빛 그들의 어둠을 이길 거야
진실은 침몰하지 않을 거야
Fiocchi gialli nell’oceano, oceano, oh brillate
Sewol, non ti dimenticheremo col passare del tempo, la nostra luce distruggerà l’oscurità
La verità non annegherà
Il dolore delle vittime e il rammarico provato dalle famiglie è sicuramente qualcosa di indescrivibile. Il disastro ha portato alla luce molte domande ed è stato, negli ultimi anni, oggetto di dibattito politico e di scarichi di responsabilità e, per questo, diversi artisti hanno deciso di esprimere il loro cordoglio attraverso le loro opere, sperando di offrire sostegno e pace alle famiglie. Infatti, i proventi ottenuti dalla canzone sono poi stati devoluti in beneficenza, aiutando i parenti delle vittime e i sopravvissuti al disastro.
나의 봄이 아직 시린 이유 떨어지는 꽃잎이 너무나 슬픈 이유
La ragione per cui la mia primavera è ancora così fredda, per cui i petali caduti sono tristi
기우는 배 주위에 파도처럼 시간이 흘러가도 잊지마
잊지마
Anche se il tempo scorre come un’onda che si infrange su una nave in navigazione, non dimenticare
Non dimenticare
In un’intervista pubblicata all’interno della stessa trasmissione, Cheetah rivela che desiderava da tempo realizzare questa canzone, ma stava aspettando l’occasione in cui un gran numero di persone avrebbe potuto recepire il messaggio. Sia la cantante che il giovane rapper sono andati di persona a chiedere il permesso ai genitori dei defunti, che troviamo poi anche tra il pubblico in lacrime. I due hanno poi voluto sottolineare come il loro intento non fosse quello di rendere triste chi ascolta il brano, bensì di continuare a far commemorare l’accaduto nel cuore di tutti, perché questa devastante disgrazia non venga dimenticata col passare del tempo.
E noi, di mondocoreano, a 8 anni dalla tragedia vogliamo stringerci in memoria delle vittime, dei sopravvissuti e delle persone a loro care ricordando e commemorando quelle vite spezzate che avrebbero sicuramente contribuito a rendere il mondo un posto migliore. Riposate in pace.