Sei storie, raccontate in altrettanti capitoli, e ambientate all’interno di un enorme edificio-città di 674 piani: oggi, per la nostra rubrica dedicata alla letteratura, #K-book, vi porteremo dentro “La torre” (타워) di Bae Myung-hoon.
Uscito in lingua originale nel 2009, il romanzo è arrivato in Italia soltanto nel 2022, nella traduzione di Lia Iovenitti pubblicata da ADD editore.
“La torre”: vivere in uno Stato di 674 piani
Ambientazione e protagonista principale del libro, la torre Beanstalk è un edificio di 674 piani il cui nome suonerà familiare agli amanti delle fiabe dei Fratelli Grimm, poiché si ispira a “Jack and the beanstalk”, ovvero “Giacomo e il fagiolo magico” (e nel libro i riferimenti sono espliciti). La Beanstalk è riconosciuta come Stato indipendente e al suo interno vivono 500 mila persone. Un luogo che seduce e ingoia senza pietà e che, mentre la narrazione avanza, si svela in nuovi dettagli, in un crescendo di assurdità che però non si distacca mai del tutto dal reale. Quello della torre, infatti, è un universo distopico, ma molto simile alla società di oggi. Dunque, non sorprende scoprire che dentro la Beanstalk la corruzione dilaghi, che i potenti perseguano propri obiettivi, o che i militari giochino con la vita dei soldati senza farsi troppi scrupoli.
Comincia tutto con una ricerca portata avanti per individuare la concentrazione di potere nella torre. Per farlo, l’idea è seguire il flusso degli alcolici di pregio, usati come regali per funzionari e altre persone in vista. Durante questo primo racconto scopriamo, per esempio, che la frontiera della Beanstalk è ben sorvegliata, si estende addirittura su più piani! Del resto, i controlli sono necessari per almeno due motivi: impedire l’immigrazione clandestina nella torre e contrastare il rischio di attentati da parte della Cosmomafia.
Andando avanti, emergono poi dei nuovi elementi: la difficoltà degli spostamenti, per esempio, la presenza di due sistemi ideologici, l’orizzontalismo e il verticalismo, l’esistenza di persone “suolofobiche“, a causa del tanto tempo passato nella torre. Tutto ciò che è all’esterno è estremamente minaccioso,
Un forte simbolo di potere
Di fronte al romanzo di Bae Myung-Hoon è facile pensare ad altre opere come “Il condominio” (“High Rise”) di James Graham Ballard e “Monade 116” (“The World Inside”) di Robert Silverberg, come pure alla Torre di Babele — paragone, quest’ultimo, che gli stessi abitanti della Beanstalk rifiutano. Se esistono numerosi elementi di somiglianza, è vero però che “La torre” è un’opera a sé, originale nella narrazione, nella scrittura, nell’intreccio di temi e situazioni.
Al centro ci sono le dinamiche sociali e di potere: proprio il potere è ciò che tutti cercano, ma di cui nessuno parla: chi ne ha vuole accrescerlo e chi non ne ha abbastanza soffre, sviluppa frustrazione e invidia. In nome del potere e a difesa della propria sovranità e del proprio status, la Beanstalk è in guerra con altri paesi vicini e con Cosmomafia: ma queste guerre, che pure causano un gran numero di morti, all’interno della torre sembrano non interessare a nessuno.
Sempre in nome del potere, le persone della torre cercano in ogni modo di sbarazzarsi dei propri nemici, ma senza ricorrere alla violenza fisica. All’interno di questo enorme grattacielo, tutto si muove verso obiettivi che sembrano spesso assurdi, in un incubo tardo capitalistico che potrebbe crollare da un momento all’altro. E fa impressione, dopo la tragedia del 29 ottobre 2022, quando a Seul centinaia di persone furono travolte dalla calca durante i festeggiamenti per Halloween, che si parli di come, durante le festività natalizie, nella torre muoiano spesso molte persone schiacciate dalla folla che si riversa fuori dalle abitazioni.
Chi è Bae Myung-hoon
Classe 1978, Bae Myung-hoon (배명훈) è originario di Busan ed è un autore di fantascienza molto apprezzato in Corea del Sud. Ha scritto numerosi romanzi e raccolte di racconti, quasi tutti disponibili in traduzione inglese.
Avete già letto “La torre”? Cosa ne pensate?