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Uno sguardo al folklore coreano: tra fantasia e scenografia

Fin dai primi tempi, la storia della Corea è caratterizzata da numerose leggende narranti la creazione del Regno, come numerose sono le creature mitologiche presenti in svariati racconti.

E voi ne conoscete già alcune? Se vi dicessi Dokkaebi o Gumiho? Vi ricordano qualcosa? I fan dei kdrama sicuramente li conosceranno. Prima però facciamo un passo indietro!

Qual è dunque la storia della creazione Corea? La tradizione vuole che circa duemila anni a.C. il figlio del Signore del Cielo Hwanin, Hwanung, disse al padre di voler vivere tra gli esseri umani. Egli lo accontentò e così Hwanung discese sulle cime del monte Taebaek, accompagnato da tremila seguaci. Assieme al Ministro delle nuvole, il Ministro della pioggia e il Ministro del vento istruirono gli umani insegnando loro codici morali, arte, medicina e agricoltura. (1)

Un giorno un orso e una tigre fecero visita a Hwanung, pregandolo di farle diventare umane. Il figlio del Cielo acconsentì, tuttavia le due creature dovettero prima superare una prova di lealtà. Egli diede loro venti spicchi d’aglio e dell’artemisia con cui avrebbero dovuto passare cento giorni lontane dalla luce del sole, cibandosi esclusivamente di questi due cibi sacri. Dopo soli venti giorni la tigre rinunciò, a differenza dell’orso che alla fine fu premiato e venne trasformato in una donna, prendendo il nome di Ungnyeo.

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In preda allo sconforto e alla solitudine, Ungnyeo pregò Hwanung di darle un figlio. Egli decise allora di sposarla e il loro primogenito fu chiamato Dangun Wanggeom, fondatore della città di Asadal (vicino l’odierna Pyongyang) e del Regno Gojoseon.

Dal mito della creazione fino ad oggi, le leggende coreane hanno affascinato diverse generazioni, tanto che alcune figure mitologiche hanno addirittura ispirato delle serie TV, andiamo dunque a scoprirne alcune!

Tra le figure più popolari del folklore coreano troviamo Gwishin (fantasma). Gwishin è di fatto un’anima che vaga nel mondo terreno per finire una missione incompiuta in vita. Esistono quattro tipi di Gwishin: Cheonyeo gwishin (il fantasma vergine), Chonggak gwishin (il fantasma celibe), Dalgyal gwishin (il fantasma uovo) e Mul gwishin (il fantasma acquatico).

Cheonyeo gwishin raffigura una giovane ragazza dai lunghi capelli neri e vestita con una tunica bianca. La tradizione vuole che la donna dovesse servire il padre, il marito e figlio, e coloro che non fossero riuscite a portare a termine questo compito, sarebbero state destinate a vivere una vita ultraterrena vagando in cerca di vendetta, spesso verso giovani coppie appena sposate.

Chonggak gwishin è l’equivalente maschile di Cheonyeo gwishin. Alle volte, tramite riti sciamanici, le due figure venivano unite in matrimonio, in maniera tale che i due potessero compiere la loro missione terrena e avere così accesso al paradiso. (2)

Dalgyal gwishin è un fantasma la cui figura richiama quella di un uovo. Non ha occhi, naso, bocca e alle volte nemmeno le gambe. Si dice sia il più terribile dei fantasmi, infatti chi lo vede muore all’istante. (3)

Mul gwishin è lo spirito di una persona annegata. L’anima vive nell’acque dove è morta e trascina a fondo chiunque si aggiri nelle sue vicinanze. 

Le storie sui Gwishin sono talmente appassionanti che anche qualche serie TV è stata girata a riguardo, come “Oh my Ghost”, “Hotel del Luna”, “Bring it on, Ghost” che vede protagonista l’attore Ok Taecyon.

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IU e Yeo Jin-goo in “Hotel del Luna”

Una tra le figure più popolari, anche grazie all’omonimo kdrama, è il Goblin. Questa creatura, a differenza dei Gwishin, non è un’anima intrappolata tra la vita e la morte, bensì nasce da oggetti inanimati o macchiati di sangue. La natura del Dokkaebi (Goblin) è benevola, egli aiuta coloro che se lo meritano e punisce chi compie malefatte. I libri lo raffigurano con una gamba sola, alle volte con occhi sporgenti, corna lunghe, corpo peloso e artigli affilati. I Goblin amano fare scherzi e sfidare i viaggiatori a ssireum (lotta coreana), spesso portano con loro un cappello che li rende invisibili e un bastone in grado di evocare oggetti. (4) La serie TV più celebre riguardo i Dokkaebi è sicuramente “Guardian: The Lonely and Great God” con protagonisti Gong Yoo e Kim Go-eun.

Il sopracitato kdrama presenta un’altra figura molto popolare della tradizione coreana, ovvero, il Cupo Mietitore. JeoSeung Saja ha una connotazione differente da quella spesso attribuitagli in Occidente. Secondo la leggenda, infatti, egli ha solo il compito di accompagnare le anime decedute sulla stada per l’aldilà, chiamata Hwangcheong. Si crede che lavori per Yunma (Re degli Inferi) e che vada a prendere i defunti direttamente sul luogo dove sono morti. La leggenda li ritrae vestiti con un hanbok nero e il cappello tradizionale coreano gat. (5)

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Gong Yoo, Kim Go-eun e Lee Dong-wook in “Guardian: the lonely and great god”.

Al contrario delle precedenti figure, Gumiho (Volpe a nove code) ha una connotazione negativa nella società coreana. La leggenda narra che una volpe che vive più di cento anni (o mille, a seconda del racconto) diventi una Gumiho. Essa si trasforma in una giovane e seducente donna, e sopravvive nutrendosi della carne delle sue vittime, per la maggior parte giovani uomini ai quali ruba la loro essenza vitale. Nonostante si trasformino in esseri umani, le Gumiho mantengono comunque qualche caratteristica volpina, come le orecchie o le nove code. (6) La tradizione vuole che se scoperte, le Gumiho fuggano e che i cani siano in grado di vedere la loro vera forma. Anche Gumiho è stata protagonista di alcuni kdrama, come per esempio “My roommate is a Gumiho” oppure “Tale of the Nine Tailed”.

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Jang Ki-yong e Lee Hye-ri in “My roommate is a Gumiho”.

Tra le varie creature mitologiche coreane, troviamo anche i Draghi. Queste figure dai lunghi copri serpenteschi e variopinti, rappresentano un simbolo di moralità e virtù. I re li usavano per simboleggiare il loro potere, mentre il popolo li vedeva come divinità della pioggia e della fortuna. I draghi venivano spesso rappresentati con una sfera tra i denti chiamata yeouiju, simbolo di onnipotenza. (7)  La maggior parte dei draghi vaniva chiamata Imugi e solamente quando afferravano una yeouiju caduta dal paradiso potevano diventare dei veri draghi.

Merita una menzione anche la figura di Haetae o Haechi. La forma ricorda quelle di un leone con un corno sulla testa. Questa creatura la si ritrova in numerose architetture a partire dalla dinastia Joseon. In passato, infatti, i coreani credevano che proteggesse la città dalle calamità naturali e dal fuoco. Uno di grandi dimensioni lo ritroviamo tutt’ora davanti al palazzo Gyeongbokgung e proprio per le sue qualità di animale protettore, dal 2008 è anche simbolo della città di Seoul. (8)

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La lista delle figure leggendarie della Corea è molto ampia e ognuna di esse ha un significato preciso nei racconti popolari. Oltre a quelle già descritte troviamo anche Daltokki (Coniglio Lunare), Bulgae (Cane di fuoco), Samjoko (Corvo a tre zampe) e molte altre. Una di queste tre compare anche in un MV dei BTS, a voi scoprire quale!

Sitografia:

1. https://en.wikipedia.org/wiki/Dangun

2. https://gwangjunewsgic.com/arts-culture/korean-myths/behind-the-myth-korean-ghosts/

3. ibidem

4. https://snackfever.com/blogs/magazine/the-myths-and-legends-of-korea

5.https://aminoapps.com/c/korean-language/page/blog/korean-folklore-characters-the-joseung-saja-grim-reapers/vdYW_wDwhnu1DYJ6nJXkmjmJm4NJ2XpJGKG

6. https://it.wikipedia.org/wiki/Kumiho

7. https://en.wikipedia.org/wiki/Korean_dragon

8.http://english.seoul.go.kr/seoul-views/seoul-symbols/3-symbol/

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